Avvertenze

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domenica 24 aprile 2011

Ray Bradbury - "Molto Dopo Mezzanotte"

Autore: Ray Bradbury
Titolo: "Molto Dopo Mezzanotte"
Edizione: Mondadori - Urania n° 732
Anno: 1977

Antologia tra alti e bassi di Ray Bradbury che con la fantascienza (a discapito della pubblicazione su Urania) ha ben poco a che fare. D'altra parte Bradbury è sempre stato autore main-stream, non legato ad un genere particolare, ma capace e interessato solo ad usare il mezzo più adatto a veicolare il messaggio che si era proposto. Che questo passi attraverso la fantascienza, il giallo, l'horror, etc. poco importa. 
Questa antologia ci mostra, infatti, un Bradbury ecclettico che salta da un genere all'altro con grande semplicità e dimestichezza. Purtroppo, come sempre accade, non tutti i racconti sono sullo stesso livello qualitativo, così ci si trova a leggere da una parte storie che sembrano lasciare un po' il tempo che trovano (come per esempio quella che dà il titolo all'antologia, la cui bellezza si esaurisce nel solo titolo) o piccoli gioiellini di autentica angoscia e cattiveria (come "Storia d'Ottobre). 
Consigliato a chi vuole leggere tutto di Bradbury, di certo non a chi lo deve ancora scoprire, cominciare da qui non sarebbe sicuramente il modo migliore.

venerdì 22 aprile 2011

Mack Reynolds - "La Sindrome della Furia"

Autore: Mack Reynolds
Titolo: "La Sindrome della Furia"
Edizione: Mondadori - Urania n° 859
Anno: 1980

I romanzi di Mack Reynolds presentano, spesso, un sottotesto, neanche troppo velato, di critica alla società. "La Sindrome della Furia", pur non essendo uno dei suoi capolavori, non fa eccezione. 
Il progetto Lagrange, volto alla creazione di alcune "isole", cioè stazioni spaziali abitate e autosufficienti in orbita attorno alla terra, viene da subito descritto come una sorta di utopia resa realtà. 
Il sistema di governo è democraticamente eletto, non mostra segni di corruzione e, anzi, ognuno fa del suo meglio per il benessere di tutti. Tutti sono ricchi, intelligenti, pieni di voglia di fare. Tutti sono sullo stesso piano, senza caste o emarginati di alcun tipo. Non esiste il crimine e l'inquinamento. 
Eppure c'è qualcosa che non va. Reynolds ci mostra questo sistema, apparentemente, perfetto attraverso un detective giunto su uno di questi satelliti per indagare sulla scomparsa di una persona. Un osservatore esterno che potremmo essere noi lettori. 
Il mistero e l'enigma investigativo sono semplici e, quasi, scontati; non è questo, infatti, ciò che importa a Reynolds. Piuttosto lo scrittore è interessato a mostrarci come qualsiasi società ha, al proprio interno, i semi della propria possibile distruzione. Anche un ambiente perfetto come quello di Lagrangia, infatti, soffre di momenti di puro egoismo, che vengono più volte sottolineati. 
Purtroppo il romanzo scade un po' nel finale. Risolto l'enigma che si pone dietro al moltiplicarsi di casi di quella sindrome della furia che dà il titolo al libro, la vicenda si chiude in tutta fretta. Molti degli interrogativi e delle incoerenze che lo scrittore aveva sollevato rimangono in sospeso. Il finale buonista e consolatorio, infatti, dimentica di risollevare i problemi prima esposti (senza necessariamente dargli una risposta, sarebbe bastata una presa di coscienza dei personaggi circa la loro esistenza), come se non fossero mai esistiti, perdendo una occasione importante di lanciare un ultimo messaggio.

giovedì 14 aprile 2011

Terry Pratchett - "Stelle Cadenti"

Autore: Terry Pratchett
Titolo: "Stelle Cadenti"
Edizione: TEA
Anno: 2010

Pratchett, è un dato di fatto, non delude mai. 
"Stelle Cadenti" si trova al di fuori dei più conosciuti filoni narrativi del Mondo Disco. Non c'è Scuotivento, non c'è Morte (se non in brevi apparizioni), non ci sono le streghe e non c'è la guardia cittadina. C'è una storia slegata da tutte le altre che ci mostra come potrebbe nascere (e cosa comporterebbe) il cinema ad Ankh-Morpork. 
Ovviamente Pratchett lo fa da par suo con brio, esilaranti battute british-style, una inventiva non comune e tonnellate di citazioni. Una delle cose più diverti di questo libro è proprio andare a rintracciare le varie citazioni (spesso capovolte: vi dice niente una donna gigante che scala un edificio altissimo stringendo in mano uno scimmione?) cinematografiche che, qui e là, continuano a fare capolino. 
Come dicevo all'inizio: Pratchett non delude mai. Ovviamente non lo fa neanche questa volta e presenta l'ennesimo libro spassoso e brillante. Una lettura perfetta per chi vuole staccare per un po' dalla realtà e divertirsi abbastanza per tornare a guardarla, per brutta che sia, col sorriso sulle labbra.

martedì 5 aprile 2011

Jonathan Carroll - "Il Mare di Legno"

Autore: Jonathan Carroll
Titolo: "Il Mare di Legno"
Edizione: Fazi
Anno: 2004

Terzo e ultimo capitolo della Trilogia di Crane's View, trilogia in realtà accomunata solo dal luogo di alcuni avvenimenti e composta da tre storie indipendenti l'una dall'altra. 
Si era partiti con un giallo tra i più classici, anche se con personaggi, ovviamente, alla Carroll e chiaramente fuori dall'ordinario. Il fantastico aveva fatto capolino solo nel secondo capitolo e soprattutto nello spiazzante finale, capace di capovolgere la prospettiva di tutto il libro. 
In questo terzo e ultimo "Il Mare di Legno" il fantastico è divenuto l'ordinario e tra cani defunti che ricompaiono quando meno ce lo si aspetta, viaggi nel tempo, alieni, piume misteriose, incroci e incontri di se stessi da giovani e da vecchi, non vi è un solo attimo di respiro. 
D'altronde è questo che si chiede a Carroll: mescolare ordinario e straordinario in un modo capace a lui solo. La sua straordinaria bravura nel raccontare il fantastico, l'insolito, l'incredibile, con un tono in grado di far appare tutto come normale, consueto, all'ordine del giorno. Ma anche il suo innato senso di percepire, e far percepire al lettore, i particolari che rendono così vere le sue descrizioni dei personaggi e dei fatti di tutti i giorni. Dopo poche pagine ci si ritrova, volenti o nolenti, catapultati nel mondo che lui ha creato, se ne sentono gli odori, se ne toccano gli oggetti, mai perfetti o lucidati, ma usati, veri, reali. 
"Il Mare di Legno" non fa eccezione e presenta una volta di più al lettore un piccolo gioiello confezionato con abilità sopraffina. Voltata l'ultima pagina è come se un intero piccolo universo si chiudesse e spegnesse. L'unica soluzione è mettere subito mano a un altro libro di Carroll, col dispiacere, però, di non potersene più poter andare a spasso per le strade di Crane's View.

Jonathan Carroll - "Zuppa di Vetro"

Autore: Jonathan Carroll
Titolo: "Zuppa di Vetro"
Edizione: Fazi
Anno: 2008

Secondo capitolo della trilogia (ma sarà poi tale?) iniziata con "Mele Bianche". Tornano i personaggi di Vincent Ettrich, Isabelle Neukor e il loro bambino non ancora nato destinato a sparigliare le carte in tavola alle forze del Caos. 
Come sempre, quando si tratta di Carroll, non tutto è come appare. Una trama che in mano a quasi chiunque altro diventerebbe ben presto piuttosto scontata, già vista e rivista milioni di volte, nelle mani dello scrittore emigrato a Vienna è forse l'occasione per dare il meglio di se. 
Al centro non ci sono battaglie campali, il destino del mondo e dimostrazioni ad effetto di poteri devastanti. Al centro ci sono le emozioni, personaggi a tutto tondo con le loro fragilità e indecisioni, con i loro dubbi e le loro paure. I personaggi di Carroll non trovano mai il coraggio di punto in bianco, ma solo tra mille tentennamenti e cambi d'idea, forse, trovano il coraggio di fare la scelta giusta. 
E' questa la grande capacità di Carroll: riuscire a creare personaggi profondamente umani che, di fronte all'assurdo, al fantastico, all'inimmaginabile, continuano a comportarsi come persone vere e reali. In questa trilogia ci riesce forse meglio che in altri suoi libri perchè il fantastico è anche più fantastico del solito (e già ce ne vuole, quando si ha a che fare con lui) e i personaggi sono tanto veri che è impossibile non finire per amarli per il loro essere tutto tranne che perfetti.