Avvertenze

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mercoledì 26 ottobre 2011

Joseph Conrad - "Tifone"

Autore: Joseph Conrad
Titolo: "Tifone"
Edizione: SugarCo
Anno: 1999

Ho tentato, ormai, tre volte di scrivere una recensione per questo libro. E non ci sono riuscito. 
"Tifone" è considerato uno dei punti più alti della narrativa di Conrad, eppure si tratta solamente di un racconto lungo, neanche un romanzo. Proprio la lunghezza ridotta è il motivo per cui non ho potuto elargirgli le 5 stellette, ma mi son fermato a 4. Il finale, infatti, sembra un po' tirato via e al lettore rimane l'amaro in bocca di chi è convinto di esser stato defraudato di una buona metà di libro. 
Ciò che c'è scritto, però, ripaga ampiamente per i soldi spesi. La storia, la vicenda, in alcuni frangenti diventano quasi una metafora per raccontare l'animo umano, le sensazioni, le emozioni che, proprio come una tempesta, entrano in conflitto tra loro. Ma, allo stesso modo, è anche una storia di totale stolidità nel volersi opporre alla natura. 
Come sempre leggere Conrad è come leggere dentro se stessi. La lettura non è facile, spesso va a rilento, diventa farraginosa. Si è costretti a leggere e rileggere le stesse frasi. Ma, alla fine, ci si rende conto di come tutto questo sia stato un processo, lento ma costante, di crescita interiore. 
Non importa neanche che si condividano le idee o le opinioni dello scrittore, in ogni caso al termine del libro si è una persona diversa.

lunedì 17 ottobre 2011

Dario Tonani - "Toxic@"

Autore: Dario Tonani
Titolo: "Toxic@"
Edizione: Mondadori - Urania n° 1574
Anno: 2011

Con "Toxic@" Dario Tonani dà un seguito, per modo di dire, a quel "Infect@" con cui vinse il Premio Urania. 
Le atmosfere sono le stesse: una Milano grigia con più ombre che luci, bagnata da una pioggia apparentemente perenne che ricorda tanto da vicino quella di Blade Runner e dei romanzi di Richard Paul Russo. La storia, però, è ambientata diversi anni dopo e i cartoni, che nel precedente libro erano agli inizi, sono ora diventati non solo normalità, ma una vera e propria piaga sia per le malattie che diffondono, che per il loro smaltimento pressochè impossibile. 
Tonani ha, quindi, cercato di re-inventarsi il futuro, di farlo evolvere, di non rimanere ancora a ciò che aveva già creato. 
Cosa c'è che non va, quindi? 
In realtà poco. Il suo tentativo è apprezzabile e, oltretutto, riuscito perchè i nuovi elementi funzionano e non fanno sentire al lettore di trovarsi in presenza di una brutta copia di "Infect@". Il problema è che molti di questi elementi, purtroppo, non vengono sfruttati a sufficienza. 
Come già nel precedente romanzo, l'ambientazione fantascientifica, i cartoni stessi, sono solo uno sfondo, una bella scenografia in cui si potrebbe ambientare qualsiasi vicenda. E le vicende che vi si inscenano non hanno nulla o quasi di fantascientifico. Se per "Infect@" questo era un errore veniale che si poteva perdonare in virtù di una certa originalità (non dimentichiamoci, però, che in fondo i cartoni che interagivano con gli umani c'erano già in "Chi ha Incastrato Roger Rabbit, qui in più c'è solo l'atmosfera cyberpunk), lo stesso discorso non può essere fatto per "Toxic@". Al netto dei cartoni, infatti, ciò che rimane è solo un giallo, ben scritto, ma senza particolari spunti, ambientato in quella che viene chiamata Milano, ma che potrebbe ormai essere qualsiasi altra città. Anche il fattore cittadino, infatti, il poter osservare la propria città come trasfigurata dalla penna dello scrittore, qui un po' si perde rispetto al precedente lavoro (che comunque non brillava sotto questo punto di vista, anche a causa delle molte, troppe, scale d'emergenza in metallo sul retro dei palazzi che a Milano sono frequenti quanto le mosche bianche), rendendo il conglomerato urbano sempre più anonimo e, al contempo, degno di essere qualsiasi metropoli occidentale da New York a Londra. 
Spiace, quindi, che Tonani non abbia fatto un salto di qualità verso la fantascienza vera e propria. "Toxic@" rimane, però, un bel libro più che buono per far passare il tempo, ben scritto e capace di riservare qualche ora di svago e intrattenimento non del tutto banale. 
Urania, però, dovrebbe cominciare a pensare un po' di più a dare spazio e a sostenere la fantascienza con dei contenuti (anche e soprattutto se Made in Italy) sulla propria testata madre (magari proprio attraverso il Premio Urania che, purtroppo, negli ultimi anni sembra aver premiato solo libri fotocopia con trame "gialle" e ambientazione cyberpunk) e non accontentandosi di proporla in Urania Collezione.