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mercoledì 24 ottobre 2012

Preston & Child - "La Danza della Morte"

Autore: Douglas Preston, Lincoln Child
Titolo: "La Danza della Morte"
Edizione: Rizzoli - BUR
Anno: 2008

Preston e Child si riconfermano, per l'ennesima volta, ottimo scrittori d'intrattenimento. Questo "La Danza della Morte" (secondo capitolo di una sottotrama conosciuta dai fan come trilogia di Diogenes) dimostra una volta in più, se mai ce ne fosse bisogno, che i due romanzieri americani volano una spanna sopra a tanti autori di best-seller più o meno noti. 
La trama, come sempre, è intricata e piena di svolte e colpi di scena. I personaggi, soprattutto quelli che i lettori hanno già imparato a conoscere ed apprezzare nei precedenti romanzi scritti dalla coppia, sono come sempre vividi e tridimensionali. Seppur, in alcuni casi, magari un po' stereotipati, risultano immediatamente simpatici e ci si trova, volenti o nolenti, a parteggiare per loro. 
In questo nuovo capitolo delle avventure dell'agente speciale Pendergast, inoltre, facciamo finalmente la conoscenza, faccia a faccia, di suo Diogenes. Figura ammantata di mistero, sorta di entità malefica che aleggiava di sottofondo già da un paio di volumi, il fratello di Aloysius fa qui la sua entrata in scena. E si tratta di un'apparizione trionfale. 
Buona parte del libro è basato su una sorta di scontro di menti, il bene contro il male, in un elaborato intreccio di mosse e contromosse tra due cervelli geniali. 
Naturalmente la prima regola è accordare una buona dose di sospensione dell'incredulità, dopo di ché, però, ci si può buttare a capofitto nella lettura. Preston e Child non vinceranno mai il Nobel per la letteratura, né passeranno alla storia come gli scrittori più venduti o più letti della storia. I loro libri non hanno velleità d'artista, ma solo quello di esser l'opera di onesti mestieranti. Ciononostante, i libri dell'agente speciale Pendergast (e questo in particolare), sono in grado di riservare qualche ora di una più che piacevole compagnia, unita a dell'intrattenimento di qualità. E scusate se è poco.

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